Intervista al Prof. Piero Barbanti su Radio 24
Giornalista – Ad alcuni il freddo “batte in testa” e non basta il cappello a scongiurare il dolore. Tra i tanti tipi di mal di testa -ce ne sono più di 200- c’è anche quello provocato dal cambiamento del clima, in particolare dal brusco calo delle temperature. Prof. Barbanti, cosa può dirci su questa particolare sensibilità? Perché il freddo ad alcuni fa scoppiare la testa?
Prof. Barbanti – Per due motivi: il soggetto emicranico ha i “fili scoperti” sulla testa. Il cuoio capelluto è innervato come quello di tutti gli altri ma chi soffre di emicrania è come se avesse dei fili, appunto, scoperti e quindi le variazioni termiche (da casa all’esterno) hanno un effetto detonante. Chi ha la cefalea di tipo tensivo, con l’aumentato grado di contrazione dei muscoli intorno alla testa e al collo che viene indotta dal freddo, subisce un peggioramento del disturbo.
Giornalista – Prof. come si fa a distinguere il mal di testa dal cosiddetto “mal di cranio”?
Prof. Barbanti – Ci sono alcuni soggetti che noi chiamiamo allodinici, in cui c’è un vero e proprio sistema di allarme, delle “stazioni cerebrali” diffuse: sono i “cefalalgici professionisti”. C’è da dire però che con il freddo il dolore può localizzarsi più facilmente al centro della fronte.
Giornalista – Oltre a indossare un cappello, che cosa si può fare per evitare ed eventualmente per far passare questo tipo di mal di testa da freddo?
Prof. Barbanti – Intanto consiglierei di indossare non solo il cappello, ma anche la sciarpa, anzi di non dimenticarla mai e di indossarla sino a sopra il naso. Perché anche l’attivazione di alcuni nervi sensibili che abbiamo nel palato e nella faringe sono determinanti nel provocare mal di testa. La cefalea da gelato ad esempio la prendiamo mangiando il gelato. Ebbene quando il soggetto è raffreddato, per esempio, e respira con la bocca, attiva più facilmente questi nervi. Per cui quando usciamo dovremmo tenere in testa un cappello di lana (non stretto, altrimenti provochiamo la cefalea), sempre la sciarpa davanti al naso, aiutando a riscaldare l’aria che inspiriamo, in modo da non stimolare questi nervi, particolarmente sensibili nei soggetti emicranici e con cefalea di tipo tensivo. Coprirsi il naso, quindi, per stare bene con la testa. Altro consiglio: tenete le case un po’ meno calde e molto più umide perché l’aria secca del riscaldamento indebolisce ulteriormente la capacità delle nostre vie respiratorie di far fare vortice all’aria che inaliamo per riscaldarla o umidificarla.